Operatore Olistico - Reiki Master
Iscritta SIAF Italia n. TO2486-OP
Professionista disciplinata ai sensi della legge 04/2013
Andiamo a scoprirne la nascita, la storia e i princìpi.
Vediamo subito il significato della parola Reiki :
“Il nome Reiki deriva dalla pronuncia di due caratteri giapponesi che descrivono l'energia in sé: '霊 rei' (significante 'l'aldilà' o 'spirituale') e 気 ki (in cinese qi, qui nel significato di 'energia' o 'forza vitale')” ( fonte wikipedia).
Il REI è l’energia universale, la forza divina, il macrocosmo. Invece il KI è l’energia individuale, la forza interiore, il microcosmo. Il Reiki è l’energia vitale universale, è l’insieme delle due energie che s’incontrano. Siamo generatori di energia propria e canali di una energia superiore.
Il Reiki venne scoperto e sviluppato dal dott. Mikao Usui, nato nell’agosto del 1865 in un piccolo villaggio giapponese. Oltre ad essere un insegnante, era un monaco buddhista che viaggiò a lungo in Giappone, in Cina e in Europa dedicandosi allo studio e all’apprendimento. Si dedicò molto alla pratica devozionale e tornò sul monte Kurama dove aveva studiato da ragazzo. Si ritirò in solitudine per ventun giorni digiunando, pregando e recitando mantra.
“Nel marzo 1922, verso al fine del suo ritiro, una grande e intensa luce spirituale gli penetrò nella sommità della testa, provocando un satori, o esperienza illuminante : questa luce era l’energia Reiki che lo pervadeva sotto forma di armonizzazione. La sua consapevolezza ne risultò enormemente ampliata…(…) Seppe così che avrebbe potuto aiutare gli altri senza che la sua energia si esaurisse.“ ( tratto dal libro “Lo spirito del Reiki” di Lubek, Petter, Rand ).
La scoperta sensazionale del dott. Usui fu proprio la possibilità della canalizzazione dell’energia universale senza attingere da quella propria. Quella universale era inesauribile. Iniziò subito a praticarlo sugli altri e su se stesso. Nel 1923 aprì la prima clinica, dopo il terribile terremoto che colpì Kanto. Morì nel marzo del 1926. Morì dopo aver "canalizzato e donato" energia a tantissime persone e dopo averne formate tante. I suoi insegnamenti sono arrivati fino a noi.
La grande pioniera del Reiki fu Hawayo Takata, fu lei che lo fece conoscere all’occidente. Nacque nel dicembre del 1900 alle Hawaii. Nel 1935 ritornò in Giappone per problemi familiari. Hawayo era molto malata e, non volendosi sottoporre ad un importante intervento chirurgico, cercò altre alternative. Fu allora che conobbe il Reiki. Si sottopose a sedute per quattro mesi. Da lì iniziò la sua avventura che la portò a far conoscere la pratica Reiki all’altra parte del mondo. Era piccola e minuta ma con una grande grinta. Morì nel dicembre del 1980 dopo aver insegnato ed istruito maestri Reiki che potevano diffonderlo.
Questo è il riassunto in breve della nascita e della storia di questa magnifica disciplina.
Le particolari caratteristiche del metodo Usui Reiki Ryoho sono :
- la capacità di praticare il Reiki deriva da una attivazione ;
- tutte le tecniche fanno parte di una tradizione, vengono trasmesse da un insegnante ;
- il Reiki non richiede che l’energia sia indirizzata con la mente ;
- il Reiki non può nuocere.
Il Maestro ha insegnato tanto ed ha avuto la possibilità di farci conoscere le nostre potenzialità attraverso la connessione con il divino, con l’energia universale.
Il Reiki, oltre ad identificare una pratica, può essere considerato anche come un percorso spirituale. Ripulirsi e mantenere la connessione con noi stessi e con ciò che ci circonda.
Qui di seguito, riporto i cinque principi del Maestro Usui :
“Solo per oggi
non arrabbiarti
non preoccuparti
sii grato
lavora sodo
sii gentile con gli altri”
Dovremmo considerarlo come un mantra, come una preghiera, e recitarlo quotidianamente.
Il “solo per oggi” è illuminante perché non ti dà la prospettiva del “per sempre”. E’ importante vivere solo nel “qui et ora”.
Occuparsi prima di una cosa che deve ancora avvenire, è uno spreco di energia.
La rabbia, è importante solo riconoscerla e non trattenerla.
“Esser grati” è una delle più belle forme dell’amore.
Lavorare sodo vuol dire mettere impegno in quel che si fa.
Donare gentilezza è importante anche per riceverne, per attivare uno scambio reciproco.
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